martedì, novembre 07, 2006

Lenta carne pensante

A volte, il peso del proprio corpo,
ci fa sentire legati
a una realtà terrena da cui fuggire;
lo si vorrebbe abbandonare,
seppur momentaneamente,
per inibirne le distrazioni,
per eliminare dalla mente
gli effetti dei suoi capricci.

M'immagino senza carne,
pensiero puro librante,
capace di incredibili voli pindarici
che mi portino ovunque:
nel cuore di persone fantastiche,
nel cuore di luoghi fantastici,
nel cuore di teorie fantastiche.

Ma il fardello è qui, da trasportare;
la realtà ci mantiene
in uno spazio-tempo limitato;
solo un sospiro e una carezza
possono dar l'illusione della libertà.
Chiudo gli occhi: per un attimo volo.

Tempo fuggevole, luoghi lontani,
li focalizzo chiaramente:
canyon, foreste, oceani e ghiacciai;
luoghi dove dispiegare le ali
d'una ricercata serenità.

Ne carezzo la freschezza,
ne vedo i bagliori,
ne respiro l'aria,
ne odo i silenzi.

Riapro gli occhi,
tornano i sensi,
strette pareti.

Mi opprimono,
mi soffocano.

Uccidono.

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